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Leggende della Svizzera italiana

Qualche considerazione sul panorama narrativo orale di casa nostra

Il Ticino e il Grigioni italiano sono ricchissimi di racconti, storie, miti e leggende.

Un tempo, essi venivano tramandati oralmente: ogni paese, ogni famiglia avevano il loro « raccontastorie ». Il racconto poteva avere soggetti, contenuti e scopi diversi: spesso forniva spiegazioni su alcuni fenomeni difficilmente comprensibili, sui nomi o la morfologia di determinati luoghi, su personaggi fantastici o realmente esistiti, sulla forma e l’uso di piante e fiori, sulla relazione tra il sacro e il profano, ecc...

Parte integrante di questi racconti era spesso la dimensione religiosa che però assumeva dei connotati molto particolari. I misteri delle Scritture, ciò che veniva narrato nella Bibbia, i personaggi e la dimensione trascendentale dei fatti raccontati erano di difficile comprensione per un popolo spesso totalmente analfabeta e di estrazione contadina. Ecco allora che gli uomini e le donne del tempo condivano ciò che veniva loro raccontato con aneddoti o elementi presi dalla cultura popolare. Ecco spiegato perché i personaggi religiosi dei racconti hanno spesso sentimenti tipicamente umani e terreni (paura, invidia, gioia, rabbia) ed ecco spiegato perché a volte, invece di compiere azioni magiche o miracolose, agiscono come una qualsiasi persona terrena. Tutto questo contribuisce a rendere la scoperta di questo tesoro della letteratura orale così affascinante.

Oggi viviamo in un momento storico nel quale si prediligono nuove forme di comunicazione, dove la parola scritta prevale su quella orale e dove anche il tempo, in passato scandito dal lavoro della terra e dai ritmi della natura, si fa vieppiù frenetico. Tutto questo ha mutato nel tempo la forma e la diffusione del racconto. I raccontastorie orali e famigliari esistono sempre meno; il racconto ha perso la sua funzione sociale e didattica originale diventando più un elemento di intrattenimento. Molte leggende sono state salvate grazie alla fissazione in forma scritta e il racconto è passato da elemento dell’oralità, a oggetto letterario.

Da diversi anni mi occupo della riscoperta di questo ricchissimo patrimonio, partendo sia dalle raccolte di racconti, miti e leggende pubblicate nel tempo sia da interviste a testimoni orali che hanno avuto la fortuna di ricevere o donare oralmente queste storie. Leggo, ascolto e registro persone, trascrivo, interrogo... ognuna di queste attività è fondamentale per permettere al patrimonio leggendario delle nostre regioni di mostrarsi in tutta la sua complessità. Parte integrante del processo di riappropriazione è anche l’indagine storia e geografica che mira a indagare il legame col territorio della società di un tempo e la sua cultura. Il racconto viene poi riorganizzato per poter essere raccontato oralmente come si faceva un tempo e durante gli spettacoli alle storie vengono alternati canti, filastrocche ed altri elementi un tempo diffusi nella letteratura orale.